Inclusione finanziaria e transizione energetica: la sfida globale raccontata da Veronica Pitea

21 Novembre 2025

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Il consumo energetico globale dei data center sta crescendo a un ritmo vertiginoso del 20-40% all’anno, mentre la domanda di energia per i centri basati sull’intelligenza artificiale è destinata a esplodere da 4 GW a 123 GW entro il 2035, secondo i dati Deloitte.

Un’escalation che rischia di vanificare gli sforzi della transizione energetica mondiale, proprio mentre l’Italia si trova paralizzata da una burocrazia che blocca oltre 350 GW di progetti rinnovabili già pronti.

Questo allarme arriva da Veronica Pitea, presidente dell’Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili (ACEPER) e Partner Internazionale per l’Italia nel World Business Angels Forum, organismo correlato alla G20 Global Partnership for Financial Inclusion. La sua voce si leva da una posizione privilegiata di osservazione internazionale, avendo ricevuto riconoscimenti prestigiosi come il Premio Eccellenza Italiana alla Georgetown University di Washington e il BEST CEO AWARD 2025 a Madrid.

‘Stiamo assistendo a un paradosso insostenibile’, dichiara Pitea. ‘Mentre l’intelligenza artificiale potrebbe generare un risparmio energetico globale di circa 300 TWh se correttamente implementata, la burocrazia impedisce persino l’installazione degli impianti rinnovabili necessari a compensare l’aumento dei consumi’. Il riferimento è ai tempi biblici delle autorizzazioni italiane, che possono richiedere fino a 600 giorni solo per un allaccio, rendendo il paese sempre meno competitivo nel panorama internazionale della transizione verde.

La questione assume contorni ancora più critici se si considera il ruolo strategico che Pitea ricopre nel promuovere l’inclusione finanziaria e la parità di genere attraverso il suo incarico al WBAF. L’accesso ai finanziamenti per startup e PMI nel settore delle rinnovabili diventa infatti impossibile quando i progetti restano bloccati per anni nelle maglie della burocrazia.

‘Le piccole e medie imprese italiane sono pronte a investire nella transizione energetica’, sottolinea Pitea, ‘ma l’instabilità normativa e l’inefficienza delle amministrazioni locali creano un ambiente ostile agli investimenti, penalizzando soprattutto le imprenditrici donne che già faticano ad accedere al credito’.

La formazione internazionale di Pitea, con studi completati tra Cambridge e Oxford, le conferisce una prospettiva globale che rende ancora più stridente il confronto con le inefficienze italiane. Nel suo ruolo di presidente ACEPER, fondata nel 2014 per tutelare consumatori e produttori di energie rinnovabili, ha potuto toccare con mano le difficoltà quotidiane di migliaia di imprese. ‘Serve un ente centralizzato unico per coordinare e velocizzare i processi autorizzativi’, propone Pitea, ‘garantendo regole uniformi a livello regionale e eliminando le attuali sovrapposizioni che paralizzano il sistema’.

L’integrazione tra intelligenza artificiale e rinnovabili rappresenta secondo Pitea la chiave di volta per il futuro energetico. I sistemi di AI possono ottimizzare le performance degli impianti, allungarne la vita utile e ridurre i costi di manutenzione fino a 5 volte. Ma questa rivoluzione tecnologica richiede infrastrutture energetiche adeguate e sostenibili. ‘Non possiamo permetterci di alimentare l’innovazione digitale con energia fossile’, avverte Pitea. ‘Sarebbe un controsenso che vanificherebbe tutti gli sforzi per la neutralità climatica’.

Il ruolo di Pitea nel WBAF assume particolare rilevanza in questo contesto, poiché le permette di portare le istanze italiane nei consessi internazionali dove si decidono le politiche di inclusione finanziaria globale. La promozione della giustizia sociale e della parità di genere che persegue in questa veste si intreccia indissolubilmente con la transizione energetica, creando un circolo virtuoso dove sostenibilità ambientale e inclusione economica si rafforzano a vicenda.

La denuncia di Pitea non si limita alla critica ma propone soluzioni concrete. L’esperienza maturata sul campo con ACEPER, che dal 2014 assiste imprese e cittadini nella gestione dell’autoconsumo e nella vendita di energia pulita, le ha permesso di identificare i nodi critici del sistema. ‘Le PMI che hanno installato impianti fotovoltaici necessitano di assistenza tecnica e burocratica costante‘, spiega, ‘ma si trovano invece abbandonate in un labirinto normativo che cambia continuamente’.

Il riconoscimento internazionale del lavoro di Pitea, identificata tra le donne manager più attive nella promozione della sostenibilità, conferma l’importanza del suo approccio integrato che unisce transizione energetica, inclusione finanziaria e parità di genere. Un approccio che diventa ancora più urgente di fronte alle proiezioni sul consumo energetico dell’AI e alla necessità di trovare soluzioni sostenibili prima che sia troppo tardi.

Mentre il mondo accelera verso un futuro sempre più digitalizzato e energivoro, l’Italia rischia di restare al palo, intrappolata nelle sue stesse contraddizioni burocratiche.


Vedi qui l’articolo completo di Fortune Italia del 20/11/2025

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